Data: 08 marzo 2020
Luogo Evento: Scuole di Puglia

Presentato a Bari il progetto a tutela delle Donne e per il contrasto della violenza di genere promosso dalla Commissione Pari Opportunità Regione Puglia.

 

Prevenire, promuovere, sensibilizzare sono le parole chiave del progetto “Noi scegliamo la NON Violenza”, messo in campo dalla Commissione Pari Opportunità della Regione Puglia, Organo tecnico Consultivo della Giunta e del Consiglio e della Regione Puglia per la prevenzione della violenza di genere, laddove i meccanismi legati al perpetuarsi della cultura patriarcale egemonica, maggiormente si sviluppano.

L’iniziativa che coinvolgerà scuole, associazioni e i Centri Antiviolenza della regione Puglia, è stata presentata a Bari da Tiziana Corti del welfare Regione Puglia, Patrizia del Giudice Presidente Commissione Pari Opportunità Regione Puglia e Daniela Poggiolini Psicologa e Presidente IKOS.

noi scegliamo la non violenza artimage

Il progetto, darà vita ad una vera e propria campagna regionale volta alla tutela delle donne e al contrasto della violenza correlata, attraverso un piano informativo e comunicativo nelle scuole medie e superiori, che possa definire delle buone prassi sin dall’età scolare, quindi a formare giovani consapevoli, si svilupperà con tappe itineranti nelle scuole medie e superiori della nostra regione, attraverso azioni mirate a:

– prevenire e combattere la violenza di genere presso le giovani generazioni e diffondere la consapevolezza di un’identità di genere;

– promuovere il rispetto reciproco e ’apertura al dialogo per conoscere e superare i conflitti interpersonali;

– sensibilizzare ed educare le nuove generazioni per prevenire fenomeni di violenza, aggressività, bullismo e cyberbullismo;

– favorire il benessere nelle relazioni attraverso un ambiente accogliente e inclusivo;

Offrire strumenti per la formazione di una consapevolezza di genere, che rimane il mezzo fondamentale per sviluppare cambiamenti positivi nei rapporti di potere quindi porre fine alla stessa violenza di genere.

L’iniziativa, che prenderà il via il 25 novembre, con il primo incontro in una scuola di Foggia, per poi proseguire fino alla fine di febbraio 2020 con tappe nei territori di Bari, Andria, Barletta, Taranto, Brindisi e Lecce, avrà il suo epilogo nel capoluogo pugliese la prima settimana di marzo 2020 con l’installazione delle “Scarpe Rosse” “ZapatosRojos”, alla presenza dell’artista messicana Elina Chauvet, oramai conosciuta in tutto il mondo.

Partner del progetto l’Accademia di Belle Arti di Bari, che con il coinvolgimento degli studenti ha realizzato l’allestimento all’ingresso dell’Agorà dove si trova il Consiglio Regionale Pugliese. La mostra sarà permanente fino a marzo.

Gli ultimi dati ISTAT (settembre 2019) riportano: quasi 7 milioni di donne italiane dai 16 ai 70 anni hanno subito almeno una volta nella vita una forma di violenza (20,2% violenza fisica, 21% violenza sessuale con casi nel 5,4% di violenze sessuali gravi, come stupro e tentato stupro). Numeri sconvolgenti se si considera che a praticare le violenze siano stati partner o ex partner: nel dettaglio, su una cifra di 3 milioni di donne, la violenza è avvenuta nel 5,2% dei casi dall’attuale partner e nel 18,9% dei casi da un ex partner.

In un anno, sono state 120 le vittime di femminicidio in Italia. Mentre è ancora in divenire il triste elenco del 2019: nei primi tre mesi il trend sembrava in diminuzione, ma l’ultimo periodo, a partire dal mese di giugno, potrebbe aver nuovamente alzato la media. Gli ultimi dati disponibili, parlano di una crescita di denunce ed arresti e di un andamento ondivago dei cosiddetti reati-spia: maltrattamenti in famiglia, stalking, percosse, violenze sessuali.

Violenza sulle donne: tutti i numeri – Le forme di violenza subite dalle donne e rilevate dall’ISTAT non riguardano solo la violenza fisica o sessuale, le forme più gravi in assoluto, ma anche forme di abusi di diversa tipologia: minacce (12,3%), spintonate (11,5%), schiaffi, calci e morsi (7,3%), contusioni per mezzo di oggetti (6,1%). Quanto, invece, alla violenza sessuale: il 15,6% delle donne ha subito la forma di violenza sessuale più diffusa, ovvero essere baciate, toccate o abbracciate contro la propria volontà, mentre i rapporti sessuali inflitti con la forza e contro la volontà della vittima sono al 4,7%; i tentati stupri arrivano al 3,5% e gli stupri effettivi al 3%.

La violenza psicologica ed economica – Oltre alla violenza fisica o sessuale le donne con un partner subiscono anche violenza psicologica ed economica, cioè comportamenti di umiliazione, svalorizzazione, controllo ed intimidazione, nonché di privazione o limitazione nell’accesso alle proprie disponibilità economiche o della famiglia. Chi abusa delle donne? Oltre a partner ed ex partner, si rilevano violenze da parte dei colleghi di lavoro nel 2,5% dei casi, da parenti nel 2,6%, da amici nel 3% e da conoscenti nel 6,3% dei casi. Quando la violenza si trasforma in omicidio Quando rabbia, violenze e sottomissione sfociano in gesti tragici, come l’omicidio, nel caso di quello rivolto alle donne si parla di femminicidio.

Tra le motivazioni per cui le donne tornano a convivere con il partner violento, il 37,7% dichiara di averlo fatto perché il partner le ha promesso di cambiare, il 30,2% per concedere al partner una seconda possibilità, il 16,4% per amore. Il 27,6% delle donne con figli dichiarano di essere tornate in convivenza per il loro bene. Le donne che hanno scelto di lasciare, anche se solo temporaneamente, il partner avevano storie più gravi di violenza: le ferite sono maggiori (64% dei casi), così come la sensazione di pericolo per sè o per i propri figli (65,5%)”.Le violenze subite sono considerate gravi in quasi il 90% dei casi, molto gravi nel 62,9% dei casi e il 45,6% delle vittime ha subito ferite. Oltre la metà (53,9%) ha dichiarato di aver avuto paura per la propria vita o quella dei figli. Considerando il complesso delle donne che nella vita hanno avuto almeno un partner convivente violento (indipendentemente dallo stato civile) il 37,3% lo ha lasciato anche se solo temporaneamente. Di queste, però, circa la metà ha poi deciso di tornare a viverci insieme.